La risposta alla domanda del titolo di questo articolo non può che essere positiva. La SSC Napoli ha la capacità economica ed imprenditoriale per poter realizzare un impianto di proprietà. Il quesito però più importante riguarda gli eventuali vantaggi che una società calcistica può trarre dal possedere un proprio stadio.
Mi soffermerei in prima battuta sull’aspetto economico, rispetto al quale le riflessioni da dover fare sono diverse. Prima di tutto uno stadio di proprietà attira sponsor, e quindi un conseguente aumento di introiti. La possibilità di poter realizzare attività commerciali, culturali e ricreative all’interno dello stadio apre opportunità di business rilevanti per una società di calcio.
I vantaggi di uno stadio di proprietà
Attualmente, soprattutto per le squadre italiane, la parte più consistente delle entrate è determinata dai contratti televisivi. Come evidenziato nel grafico a torta, la fetta più grande dei ricavi della SSC Napoli dal 2008 ad oggi è rappresentata appunto dai cosiddetti TV Rights. Il dato è più o meno simile per tutte le altre squadre di serie A. E’ scontato che il calcio italiano si regga praticamente sui diritti ceduti ai provider televisivi.

Altra voce importante per quanto riguarda le entrate è rappresentata dal player trading, settore nel quale la società partenopea è sempre stata una delle più capaci, fin dal suo primo anno di serie A.
Poter disporre di uno stadio di proprietà darebbe al Napoli l’opportunità di diversificare il suo business, garantendosi anche un fondamentale asset patrimoniale che ne accrescerebbe il valore economico.
Il vantaggio non è ristretto solo all’aspetto relativo a nuovi ricavi, ma, con la possibilità di essere aperto 365 giorni l’anno, esso diverrebbe un luogo di aggregazione per i tifosi e per le famiglie.
Un nuovo impianto comporterebbe anche la riqualificazione della zona che lo andrebbe ad ospitare con una evidente ricaduta positiva per la città (nuovo assetto urbanistico, rafforzamento dei mezzi di trasporto, aumento delle infrastrutture ricettive).
Non da meno è il vantaggio di immagine che un nuovo stadio potrà offrire al club, perché sarebbe in grado di attirare tutti gli appassionati di calcio (non solo dunque i tifosi). In tal caso oltre al valore di mercato, quello che crescerebbe sarebbe anche l’appeal del club.
Nuove strategie di marketing
Se ridiamo un’occhiata al grafico possiamo notare che un’altra voce interessante è quella relativa agli introiti prodotti da attività commerciali e di marketing. Questi due ambiti incidono per quasi il 15% sul fatturato complessivo della SSC Napoli nel periodo tra il 2008-2023. La disponibilità di uno stadio di proprietà offrirebbe in particolare alla società l’opportunità di articolare meglio e ampliare le strategie di marketing e arricchire ancora di più l’offerta di prodotti commerciali. In sostanza, una nuova casa per il calcio Napoli consentirebbe ad ADL di avere altre e più cospicue voci di entrata, alleggerendo la necessità di dover sempre centrare l’obiettivo Champions per tenere in ordine i conti. Questo non vuol dire affato che il nostro sogno di tifosi non sia quello di partecipare alla competizione europea più importante, ma non avere l’urgenza di dover raggiungere almeno il quarto posto libererebbe società, staff tecnico e calciatori da ansie e pressioni dannose.
Le complessità di un progetto ambizioso
Detta così ovviamente sembra tutto rose e fiori. C’è sempre un ma. Abbiamo scritto che il Napoli ha le potenzialità economiche per regalarsi il suo stadio nuovo di zecca.
Bastano i soldi?
La domanda è retorica, non vi è dubbio, perché anche se esiste una legge in grado di fornire diverse agevolazioni ai club calcistici interessati all’impresa, senza la corretta sinergia tra privato (la SSC Napoli) e le istituzioni cittadine (il comune in primis), quel che sembrerebbe una passeggiata sotto un tiepido sole primaverile, potrebbe in realtà trasformarsi in un vero inferno (chiedere alla AS Roma).
Parliamoci chiaro, a differenza del caro Ferlaino supportato dalla fu potente nomenklatura DC della prima repubblica, ADL è praticamente solo. Istituzioni e Calcio Napoli si parlano, ma fanno gran fatica a capirsi. Ognuno avrà le sue ragioni, ma la riflessione che il Comune in particolare dovrebbe fare è legata soprattutto alle ricadute positive che un nuovo impianto avrebbe per l’economia cittadina. A questo va aggiunto che a differenza degli anni ’80, la nostra città oggi è molto periferica rispetto al potere politico centrale. A maggior ragione, amministrazione comunale e ADL devono assolutamente trovare il modo di collaborare.
Il calcio a Napoli è uno dei tanti traini sociali e turistici ed in particolare turismo e opportunità di business vanno sempre di pari passo. La stagione scorsa ne è l’esempio. La vittoria dello scudetto ha praticamente trasformato la città, che è stata brava a costruire quasi in modo involontario una nuova opportunità di proposta turistica. La nostra atavica capacità di essere accoglienti e generosi verso gli estranei e gli stranieri ha poi fatto il resto.
Allora, se c’è un presidente intenzionato a mettere capitali (e a trovarli), se c’è una legge che ne supporta il progetto, se c’è una predisposizione sociale a livello cittadino, a mio avviso l’occasione deve essere sfruttata dalle istituzioni.
Il supporto necessario della tifoseria
L’ultima riflessione la vorrei dedicare per i tifosi. L’investimento per la costruzione di un nuovo stadio sarebbe indubbiamente oneroso e potrebbe essere necessario distrarre dal rafforzamento della rosa (solo per un paio di stagioni) un po’ di soldi. E’ un passaggio fisiologico, che anche i ricchissimi club della premier hanno dovuto affrontare. Allora mi chiedo: saranno disposti i tifosi del Napoli a supportare il club in questo progetto? Saranno pronti ad accettare qualche sessione di mercato più parsimoniosa, tenendo anche conto che negli ultimi 18 anni la SSC Napoli è stata una delle più generose da questo punto di vista?
Il pubblico napoletano è maturato notevolmente, ma restano ancora sacche che continuano a valutare l’operato della SSC Napoli con molti, troppi pregiudizi. Chi vivrà, vedrà.