Il Napoli della stagione 2024/25 è ancora un cantiere aperto. Sul nome del ds ormai ci sono pochi dubbi, mentre, su chi sarà il prossimo tecnico dei partenopei, è quasi un terno al lotto. Resta calda l’ipotesi Vincenzo Italiano, ma il sogno Antonio Conte è dietro l’angolo. C’è inoltre da capire chi saranno i giocatori per la prossima stagione, come nel caso di Alex Meret, che vede un Caprile in rampa di lancio. Proprio su questi temi ieri è intervenuto, ai microfoni di 1 Station Radio, Leonardo Semplici, ex allenatore di Spezia, Spal e Cagliari tra le altre.
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Leonardo Semplici sul Napoli che verrà
Spesso si pensa che un allenatore possa interpretare un solo modulo. Cosa ne pensa? (Conte, ad esempio, si ritiene prediliga esclusivamente la difesa a tre)
“Ogni allenatore è chiaro abbia un modulo preferito. Tuttavia, si può pensare a Conte e al fatto che ha dimostrato di giocare sia con la difesa a tre che a quattro. Alla Juventus si pensava potesse prediligere un 4-2-4, ma optò per un 3-5-2 che valorizzasse i suoi difensori. La squadra si trasformò, beneficiando anche dello schieramento di Pirlo e dei calciatori esaltati dal modulo. Nel calcio di oggi, più che il modulo stesso, contano le qualità dei calciatori. Credo, soprattutto, che sia la mentalità che Conte riesce a garantire che fa la differenza”.
Ritiene che un allenatore possa davvero ricoprire il doppio ruolo di tecnico di club e allenatore della nazionale?
“Credo sia difficile. Non penso sia così facile lasciare la squadra per cinque sei giorni, anche se ci sono i nazionali in partenza. Il mister deve essere sempre presente, anche in quei momenti in cui si resta con i giocatori che giocano meno al fine di coinvolgerli ulteriormente. È un aspetto mentale importante”.
De Rossi e Gilardino allenatori alla ribalta del nostro calcio?
“Sono allenatori che stanno facendo molto bene. De Rossi, da subentrato, ha garantito un gioco diverso, uno spirito diverso. Daniele sta valorizzando la rosa, gli va dato merito. Ci sono anche altri allenatori che stanno dimostrando di avere valori, conoscenze e di saper valorizzare i propri giocatori”.
Crede che Alex Meret debba proseguire il rapporto con una piazza in cui non è amato da tutti?
“A me dispiace che Alex non sia così apprezzato come lo apprezzo io. Ha fatto un percorso straordinario, prima in B poi in A, fino a conquistarsi la fiducia del Napoli. In questi tre anni credo abbia dimostrato, in primis, di essere un ottimo professionista. Anche quando è stato messo in discussione, ha saputo lavorare in silenzio. È chiaro debba ancora migliorare sotto tanti aspetti, ma può dirsi tra i primi portieri in Italia. D’altronde, durante un’annata capitano gli errori. Parare, però, non è mai scontato. Le critiche possono spingerlo a migliorarsi ulteriormente”.