Torna in auge in città l’argomento stadio, dopo il coming out di De Laurentiis sulle sue intenzioni e la candidatura dell’ennesimo comune per ospitare la “Casa Napoli”, ovvero San Giuseppe Vesuviano. La situazione stadio è tutt’altro che avanzata e divide tifosi azzurri e istituzioni, quasi come fossero i guelfi e i ghibellini. Alla luce dei fatti, entrambe le fazioni si ritrovano con uno stadio ormai vecchio e che è al centro di una diatriba durativa ormai da troppo tempo. Nonostante ciò, i successi sportivi della società azzurra non mancano, fissi in Europa da ormai quasi 15 anni e ciliegina sulla torta uno scudetto vinto strameritatamente dopo 33 anni. L’ormai ex “San Paolo”, attuale “Diego Armando Maradona “ in onore del compianto campione che ci ha lasciati in epoca COVID, è senza ombra di dubbio la storia della società azzurra e la storia, si sa, nessuno la potrà cancellare.
Ma ora c’è un futuro da scrivere, è il momento di “ricostruire”, soprattutto in ottica “Europei 2032”, Napoli non può e non deve mancare. Ecco il nodo cruciale. Se pur le “universiadi” abbiano dato quel tocco di ringiovanimento, ad un impianto che era ormai ai minimi termini, non basta per mettere lo stadio del Pibe al centro di un progetto di taratura così internazionale. E allora!? Lo ristrutturiamo? Lo ricostruiamo? Coi soldi di chi? Ma la pista di atletica si o no!? Ecco allora che il primo uomo della società partenopea scende in campo e si fa sentire. Lui lo stadio nuovo lo vuole, a lui conviene.
Ma il braccio di ferro col comune sull’attuale Stadio, non tende ad allentarsi, anche perché ristrutturare il Diego Armando Maradona in tempi utili significherebbe non giocarci dentro. Ecco allora l’ultima idea del patron azzurro (che poi sarebbe un remake) costruire un nuovo stadio a Bagnoli, con tanto di centro sportivo annesso. Un progetto straordinario, in un luogo incantevole, nell’ex impianto sidellurgico dell’Italsider, ormai in disuso e in abbandono da tanto, troppo tempo. Luogo strategicamente perfetto, sul mare, sotto la collina di Posillipo (dove risiedono la maggior parte dei calciatori), a pochi minuti da due uscite della tangenziale, circonda da fermate metro ferroviarie e con tanto spazio in disuso da poter sfruttare.
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De Laurentiis, i numeri tornano, ma i conti?
Esattamente in “abbandono” da 33 anni (l’impianto chiude i battenti nel 1991), gli stessi dell’anno dall’ultimo scudetto; quest’ anno cade il ventennio della presidenza De Laurentiis e lui, ma soprattutto i napoletani meritano un “regalo”, quel salto di qualità che alla città ancora manca e che è ormai tempo di fare, perché se pur vero che la storia non si può cancellare, è vero pure che il mondo del calcio sta cambiando. quindi, se sia a Bagnoli o un nuovo “Stadio del Sole”, che si faccia qualcosa e lo si faccia presto. Napoli e i napoletani sono pronti da tempo, così come il Patrono che è ben disposto a fare questo “sacrificio” per accontentare i suoi tifosi, avrebbe tutto da guadagnare in questo “regalo”, ma il tempo passa e i conti non tornano perché nel gioco delle parti le istituzioni hanno un ruolo fondamentale, il 2032 è alle porte ormai ma di progetti concreti da ambo i lati ancora nulla… E questo Napoli e i napoletani non lo meritano.
Bagnoli merita di rivedere la luce dopo 33 anni e il Calcio Napoli non può attendere 33 anni per esplodere di gioia, intanto sono passati 20 anni dal “nuovo” Napoli Calcio e sia il presidente che i tifosi, ma soprattutto la città, meritano una rinascita significativa di taratura internazionale. Quindi, che si molli la presa di posizione e si inizi a pensare al bene della città, perché il connubio Bagnoli-Stadio sarebbe la soluzione ideali per tutti, intanto il tempo passa, ma la pazienza prima o poi finisce e “Ca nisciun è fess”…