Assume i tratti di una vera e propria impresa quanto fatto da Baroni e il suo Verona. Il mercato di gennaio aveva di fatto rivoluzionato la rosa e portato all’inserimento di tantissimi volti sconosciuti. Presupposti che facevano presagire una retrocessione quasi certa. Eppure non è andata così, con il tecnico toscano artefice di una stagione clamorosa. In merito a quanto successo nel mercato invernale ha parlato oggi Maurizio Setti, presidente dell’Hellas Verona, rivelando un curioso aneddoto su Cyril Ngonge.
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Valutazione troppo alta per Ngonge
Queste le parole di Setti nel corso della conferenza stampa di ieri: “Normalmente il Verona fa cessioni, nel mercato estivo non è successo perché le offerte sono arrivate troppo tardi, il punto fondamentale è che la rivoluzione di gennaio viene fatta con quattro giocatori titolari, quattro che erano riserve, e tanti non hanno mai giocato ed erano fuori rosa. Senza rivoluzione non ci si sarebbe salvati, questo l’abbiamo deciso insieme a mister. Tanti giocatori non volevamo più restare qua, l’unico era Ngonge che però ha avuto una valutazione troppo alta per non cederlo, gli altri speravano in contratti migliori o situazioni diverse. Questo club vive di plusvalenze quindi non avendole fatte prima avrei dovuto farle dopo”.