Se qualcuno l’anno scorso avesse predetto che la SSC NAPOLI, il 1 aprile 2024, sarebbe stata a metà classifica, matematicamente fuori dalla lotta al titolo, a più di 30 punti dalla vetta e al terzo allenatore di stagione… Beh, tutti avrebbero pensato ad un grandissimo pesce d’aprile. E invece…
Dopo un Natale al quanto indigesto, condito da un’antivigilia contraddistinta da una brutta batosta presa allo stadio Olimpico di Roma contro i giallorossi dell’allora Mr. José Mourinho per 2 reti a zero; un fine anno al quanto fiacco finito a reti bianche contro il buon Monza di Palladino; inizia così la debacle spaventosa degli Azzurri. Fino ad oggi.
Se le feste di Natale non sono state indimenticabili (calcisticamente parlando) la Pasqua non è andata meglio per i partenopei. Una sonora sconfitta in casa propria per 0-3 contro l’Atalanta che sancisce non solo l’ennesima disfatta contro una diretta rivale per quel posto Champions che, ormai, è rimasto l’unico vero obiettivo “salvabile” della stagione; ma anche il tricolore ufficialmente cancellato dal petto della maglia azzurra.
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De Laurentiis, da “Lazzaro” a “Messia”, è un attimo: a rimetterci è la passione dei tifosi del Napoli
Il percorso del Napoli quindi è di pari passo con la “Passione” cristiana, che non ha nulla a che vedere con quella sportiva mostrata puntualmente dai tifosi Azzurri, pronti sempre a supportare ma soprattutto “sopportare” quella maglia che semplicemente vorrebbero vedere sempre sudata e non morirà mai.
La società di De Laurentiis è ormai giunta alla “Crocifissione” anche da parte di chi fin ora credeva nella rinascita dopo il terzo scudetto, giunto dopo 33 anni come gli anni di Cristo messo in croce. Lui dopo 3 giorni è resuscitato, 3 come gli scudetti del Napoli e come i palloni presi dal fondo della rete in occasione della Pasqua…
Ora, lunge da noi paragonare il presidentissimo al Messia sceso in terra, ma a Napoli il tifo è una fede e in quanto tale, il minimo che si possa fare è augurarsi una “Rinascita” della squadra che tanto ci aveva fatto emozionare solo fino a pochi mesi fa… Quindi, nessun momento è più propizio per “Resuscitare”, anche se l’unica “passione” che al momento pare vedersi è quella dei tifosi azzurri che soprattutto nei momenti difficili rispondono sempre presenti all’appello, consci del fatto che gli uomini passano ma la fede per la maglia resta per sempre ed è l’unica cosa che conta.
Le feste sono finite, ormai non c’è più nulla da festeggiare, è il momento di rimboccarsi le maniche e tornare a fare emozionare chi quegli spalchi li riempie sempre e comunque.
De Laurentiis i Napoletani credono in te, ci credono, e tu…?