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I dati sugli infortuni e, talvolta purtroppo, anche la gravità di essi, risultano in crescita esponenziale negli ultimi anni. Secondo Christian Panucci, ex difensore della Roma e della Nazionale, una componente importante di tali incidenti risederebbe nei social.

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Panucci: “Pensiamo al povero Di Lorenzo”

Panucci, oggi allenatore e commentatore tv, è così intervenuto nel corso dell’Howden Talk, sui rischi per gli sportivi, organizzato a Cervia: “C’è un aspetto psicologico, oggi per un calciatore una cattiva prestazione significa ricevere centinaia di messaggi di insulti che restano in testa. Pensiamo al povero Di Lorenzo, ottimo giocatore: quanti può averne ricevuti dopo la sconfitta contro la Spagna agli Europei? Si rischiano infortuni da stress, da negatività per una partita giocata male. Si entra in campo con i muscoli talmente tesi per il carico emotivo che si rischia di infortunarsi. Non è una questione di numero di partite giocate in una stagione, che non sono tante di più di quelle che giocavamo noi. È che noi in estate preparavamo il muscolo al fatto che, facendo campionato e Champions, non ci si poteva più allenare. Se non sei allenato, se non hai messo benzina con il lavoro estivo, rischi di più. Oggi d’estate si va in giro a fare amichevoli già dopo una settimana. Se noi guardiamo le partite, tutti i ragazzi hanno i crampi. Ai miei tempi li avevamo in pochi, è proprio perché è cambiato il calcio”.

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