Osimhen è prigioniero di sé stesso

DiPietro caturano

30 Agosto 2024
Osimhen-Victor-Castel-di-Sangro-Victor Osimhen - Fonte foto: calcionapoli24.it

Phil Jackson, mitico allenatore dei Bulls e LA Lakers, franchigie con le quali ha vinto rispettivamente sei e cinque titoli NBA, ama dire che il carattere di un giocatore sia più importante del suo talento. E possiamo ben dire che il buon vecchio Phil di talento nelle squadre che ha allenato ne abbia visto davvero tanto e, quindi, chi più di lui potrà confermarci che questa dote così preziosa non può bastare per fare di un atleta un vero campione. Senza carattere e mentalità non avremmo mai potuto assistere all’epica carriera di un fenomeno come Jordan e alle imprese di quell’irripetibile team che furono i Bulls a ridosso tra gli anni ’80 e ’90.

The last dance

Pochi giorni fa ho rivisto per l’ennesima volta la serie documentaria The Last Dance, che racconta la storia dell’ultimo titolo vinto dalla squadra di Chicago, e ho riascoltato le parole di Jackson durante le varie interviste. E’ molto interessante comprendere quanto per il coach statunitense lavorare sul carattere di un atleta sia fondamentale per consentirgli di esprimersi al massimo come singolo e nel contesto di un team. Il discorso vale per qualsiasi giocatore, che si tratti di un rookie prima scelta al draft o di Michael Jordan. Per dirla con Aristotele, secondo Jackson il talento è sempre in potenza e il suo passaggio all’atto, alla concretizzazione può essere determinato solo dalla capacità dell’atleta di saperlo gestire. Maggiore è il talento, più la testa deve funzionare bene per metterlo pienamente a servizio del raggiungimento degli obiettivi.

Il coraggio di un calciatore

E mentre guardavo e ascoltavo le parole di Jackson mi sono ritrovato per uno strano meccanismo della mia mente a pensare alla situazione che sta vivendo Osimhen. Mi sono posto una prima semplice domanda: Victor è consapevole dell’immenso talento che madre natura gli ha donato?

Probabilmente sì. Victor è un atleta da sempre consapevole dei suoi enormi mezzi. E’ proprio questa consapevolezza che a mio avviso lo ha messo in condizioni nell’anno dello scudetto di essere determinante per se stesso e per la squadra. Un bel pezzo del titolo è passato dalle sue prestazioni e dai suoi goal. Il dubbio che ho è invece relativo alla consapevolezza che Victor abbia dei suoi limiti e in particolare dei suoi punti deboli. Se le sue capacità tecniche ed atletiche non sono in discussione, diverso è il discorso per quanto riguarda la capacità che l’attaccante nigeriano abbia nel sapersi gestire come calciatore di livello assoluto.

Un rinnovo indigesto

Provo ad essere più preciso. In questi giorni, Calenda, agente di Osimhen, ci ha tenuto a precisare che il suo assistito non è un pacco, ma un calciatore al massimo del suo potenziale e che è in grado di poter dare tantissimo al calcio mondiale e a quello europeo in particolare.

Questa uscita improvvisa dell’agente del centravanti africano è stata determinata dal fatto che l’attuale sessione estiva di mercato ci sta facendo capire che il buon Victor sembra aver perso tutto il suo appeal e che nessun club ricco e ambizioso sia disposto a fare un investimento che arrivi almeno a sfiorare i famosi 130 milioni della clausola.

E’ vero che Chelsea, Psg e tutte le (poche) altre squadre interessante ad Osimhen sanno benissimo che il Napoli ha l’urgenza di vendere il suo attaccante, perché non può sostenere uno stipendio netto di dieci milioni e perché non può consentirsi di mantenere in rosa un calciatore che ha chiaramente fatto capire di voler andar via.

La strategia del Napoli

La SSC Napoli dal canto suo ha ben chiaro di trovarsi in una situazione alquanto scomoda, ma a differenza di Osimhen ha fatto le sue scelte. La prima è stata quella di acquistare Lukaku e la seconda, non meno importante, di ritenere il valore della clausola rescissoria rinegoziabile con l’eventuale acquirente. Detta in parole povere, ADL ha messo l’attacco del Napoli nelle mani di Big Romelu e ha fatto capire che con 70-80 milioni Osimhen lo cede senza fare tante storie.

Molto più rigida invece la posizione del Nigeriano e del suo agente. I due sembrano poco disposti ad accettare l’ipotesi Chelsea e quella araba e non hanno intenzione di rivedere al ribasso l’ingaggio di 10 milioni.

Ora, mentre il Napoli ha compreso che la chiusura del rinnovo del nigeriano con clausola a 130 milioni ed uno stipendio altissimo hanno complicato di molto la cessione del suo cartellino, rischiando di bloccare l’intero mercato azzurro, Victor sta mostrando un irrigidimento che può mettere in discussione la sua carriera di calciatore.

En passant, vorremmo ricordare in particolare a Calenda, oltre che al suo assistito, che il rinnovo realizzato nei termini che conosciamo è stato negoziato bilateralmente: da un lato la SSC Napoli e dall’altra il calciatore. La società partenopea non ha imposto condizioni a nessuno e nel caso ciò fosse avvenuto, Victor avrebbe potuto tranquillamente rifiutare il rinnovo propostogli.

Osimhen ad un bivio

Ora Osimhen si trova davanti ad un bivio: persistere in questo atteggiamento di rigidità e rischiare di restare fuori rosa per un anno, disperdendo definitivamente il suo valore oppure adeguarsi alle leggi di mercato e rivedere le sue preferenze e le condizioni del suo ingaggio.

La storia del calcio e dello sport in generale è piena di fuoriclasse che hanno deciso di fare qualche sacrificio economico con l’obiettivo di cogliere un’opportunità di crescita tecnica e professionale. Si concede qualcosa nell’immediato, per raccogliere frutti più abbondanti sul medio e lungo termine. Si tratta, appunto, di saper conoscere profondamente le proprie potenzialità ed investire su di esse, facendo anche qualche piccolo sacrificio.

Voltare pagina

Proprio qui entra in gioco il carattere del top player ed è forse lo step che separa ancora Osimhen dalla sua definitiva consacrazione.

L’anno dello scudetto è ormai alle spalle e quel che resta negli occhi di tutti, tifosi ed addetti ai lavori, è l’annata sciagurata vissuta dal Napoli e da Victor stesso.

Se il Napoli ha avuto chiaro fin dall’inizio del mercato che sarebbero stati necessari sacrifici economici e non solo per rimediare ad una stagione disastrosa, Osimhen sembra esser rimasto fermo al campionato 2022/23.

Le società interessate a lui, oltre a conoscere le urgenze del Napoli(che ripetiamo hanno il loro peso), sanno bene delle incerte prestazioni dell’attaccante Nigeriano nel campionato scorso, delle sue ataviche fragilità fisiche e delle sue difficoltà a gestirsi fuori dal rettangolo di campo.

Insomma, troppi punti interrogativi per sborsare con leggerezza 130 milioni e sottoporgli un contratto di 10 milioni di euro e più.

Uomini forti, decisioni forti

Ora, anche grazie alla strategia di mercato intrapresa negli ultimi giorni dal Napoli, tutto è nelle mani di Calenda e del suo assistito, che nel momento più importante della sua carriera deve dimostrare di avere il carattere e la testa per fare scelte importanti, magari non semplici, ma di certo determinanti per il suo immediato futuro.

Victor ha di sicuro una certezza, quella del suo enorme talento, ed su questa che deve investire per poter imboccare il percorso che può portarlo al raggiungimento dei suoi ambiziosi obiettivi. E’ forse giunto il momento per mostrare di esser maturato e di avere le capacità di fare le sue scelte e di capire anche se sia arrivato il momento di mettere in discussione chi fino ad ora lo ha assistito. Come ripete più volte Jackson è proprio in un momento di profonda criticità che le decisioni che si è costretti a prendere possono apparirci difficili e rischiose, ma è solo con il carattere e la forza mentale che riusciamo a sopportarne l’eventuale fardello.

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