Nando Orsi, ex portiere e oggi opinionista lucido e appassionato, ha affidato al salotto televisivo de Il Bello del Calcio su 11 Televomero una riflessione intensa e personale sul Napoli campione d’Italia. Parole che non si limitano all’analisi tecnica, ma che scavano nell’anima di una città capace di trasformare ogni vittoria in una celebrazione collettiva, ogni trionfo sportivo in un inno identitario. “Io ho vissuto tre Scudetti del Napoli: uno da giocatore e due da opinionista. E se tra dieci anni festeggeremo il decimo titolo, sarà comunque un’emozione nuova, perché a Napoli ogni festa è diversa, ogni amore è irripetibile”.
Con questo incipit, Orsi riassume l’essenza dell’azzurro: una fede che si rinnova nel tempo, nutrita dalla passione incrollabile del suo popolo.
La forza dei tifosi, per Orsi, il cuore pulsante del successo
Nel suo intervento, Orsi ha sottolineato quanto il tifo a Napoli superi il semplice entusiasmo per una squadra di calcio. Qui si tifa con l’anima, si parteggia con l’identità. “A Napoli non si difende solo una squadra, ma una cultura, un modo di essere. È una città che si schiera per intero, senza riserve. Questo è ciò che invidio ai napoletani: il loro sostegno è totale, incondizionato, quasi sacro”.
Una visione che conferma quanto il trionfo in campionato sia stato, ancora una volta, il risultato di una sinergia profonda tra campo e spalti. Un connubio emozionale che fa del Maradona uno stadio unico al mondo.
LEGGI ANCHE >> Il Napoli in Vaticano, l’abbraccio del Papa: “Napoli ha vinto insieme”
Il futuro in panchina? “Ci sarà Antonio Conte”
Guardando avanti, Nando Orsi si è sbilanciato sul nome che potrebbe guidare il Napoli nella prossima stagione: “Secondo me, il prossimo anno in panchina ci sarà Conte”.
Un’ipotesi che accende la fantasia dei tifosi e che suggerisce una nuova fase per il club, all’insegna di rigore, esperienza e mentalità vincente.
Orsi e i volti meno celebrati del trionfo: Rrahmani e Meret
Accanto ai nomi più attesi come Lukaku e McTominay, Orsi ha voluto rendere giustizia a due protagonisti spesso in ombra ma fondamentali per il successo azzurro. “Rrahmani è stato decisivo nei momenti critici della stagione, quando la difesa era in emergenza. Ha saputo tenere insieme il reparto con freddezza e leadership”.
Ma è su Meret che l’ex portiere si sofferma con maggiore convinzione: “Nonostante sia poco amato dalla piazza e senza un vero contratto, Meret ha dimostrato coraggio, tecnica e sangue freddo. Ha compiuto almeno una parata decisiva a partita. Anche lui è stato un artefice del tricolore”.
Napoli, una squadra che riflette la sua città
Le parole di Nando Orsi non sono solo cronaca o previsione: sono l’affresco vivido di una città che vive di calcio come vive d’arte, di musica, di resistenza. Una città che non tifa, ma vive la sua squadra. E proprio per questo, ogni Scudetto ha un sapore diverso, ma sempre profondamente napoletano.
SEGUI QUOTIDIANAMENTE LA NOSTRA RASSEGNA STAMPA