Stagione difficile per la Salernitana che, salvo miracoli nelle ultime giornate, vede sempre più concreta l’ipotesi retrocessione. Come se non bastasse, nelle ultime settimane, si è aggiunta anche la “grana Dia“, il quale, dopo essersi rifiutato di entrare nel match con l’Udinese, è di fatto finito ai margini del progetto, scatenando l’ira del patron Iervolino, con conseguente causa legale.
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IL chiarimento di Francesco Fimmanò, legale della Salernitana
A far chiarezza sulla vicenda è stata la stessa società tramite il suo legale, Francesco Fimmanò, intervenuto in diretta per TvPlay: “La questione Dia è un qualcosa che deve influenzare tutto il mondo. Perché un calciatore deve avere solo diritti e nessun dovere? Per me è una situazione surreale, è come se un lavoratore qualsiasi, improvvisamente, si impunta, e decide di non rispettare i contratti.
Io il calcio l’ho vissuto per tanti anni e il problema più grande sono le norme. Noi dobbiamo uscire dalla logia classica, ovvero che il calciatore può tenere tutti sotto scacco. Noi abbiamo un calciatore che nessuno si sarebbe mai aspettato che potessimo riscattare, con un contratto faraonico per il nostro contesto. Punti su di lui, con i tifosi felicissimi, e poi improvvisamente impone le sue regole”.
“Non è un ricatto”
Il legale ha successivamente chiarito anche quelle che sono state tutte le fasi dell’azione legale: “Abbiamo fatto la prima sanzione al ragazzo, poi abbiamo cercato di venirci incontro per trovare una quadra, poi a gennaio nessuno l’ha voluto e la situazione è ulteriormente peggiorata.
In questo momento non lo definirei come un ricatto, ma ci sono gravissimi inadempimenti contrattuali e funzionali da parte dell’attaccante. Noi dobbiamo mettere un argine a tutto ciò. Attualmente è fuori rosa e non gioca più. Ci è costato 15 milioni e prende 3 milioni all’anno, quini per noi la cifra giusta per il risarcimento è 20 milioni.