Domenica al Maradona potrebbe essere la giornata di Giacomo Raspadori. L’assenza forzata di David Neres apre un varco nell’undici iniziale di Antonio Conte, e tra le opzioni al vaglio del tecnico salentino, quella dell’ex Sassuolo appare sempre più concreta. Secondo il Corriere dello Sport, Jack è pronto a tornare titolare: una possibilità che sa di premio per chi, finora, ha saputo rendersi essenziale anche nei ruoli più silenziosi.
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Jack, il dodicesimo ideale: decisivo anche senza clamore
Raspadori non è il tipo da titoloni o gesti plateali. Eppure, in ogni spezzone di gara ha sempre lasciato il segno. Contro il Monza, è entrato in campo all’82’ e in appena otto minuti ha prima messo Politano davanti a Turati, poi pennellato l’assist per il gol vittoria di McTominay con un cross preciso, chirurgico. Non un caso isolato, ma l’ennesima dimostrazione di efficacia.
Jack ha giocato le ultime quattro gare partendo dalla panchina, dopo un filotto di cinque da titolare. Ma non ha mai alzato la voce. Mai una parola fuori posto, solo prestazioni all’altezza e un atteggiamento da vero professionista. Uno di quelli che ogni allenatore sogna di avere in rosa.
Talento, duttilità e spirito di sacrificio: il nuovo volto di Raspadori
Il talento di Raspadori è noto: qualità tecniche sopra la media, visione di gioco, freddezza sotto porta. Ma ciò che colpisce di più in questa stagione è la sua maturazione mentale. Gioca meno, ma rende di più. Non si lascia andare al malumore, non pretende, non sbatte i pugni. Quando entra, cambia il volto delle partite. Una risorsa a cui Conte sta imparando a non rinunciare mai.
Anche in Nazionale, Raspadori ha spesso trovato più spazio che nel club, ma ora sta costruendo una reputazione importante anche a Napoli, dove ha imparato a essere paziente, a lavorare nell’ombra e ad aspettare il suo momento. Che, contro il Torino, potrebbe finalmente arrivare.
Torino crocevia, Napoli si affida alla sua intelligenza calcistica
Con il Napoli alla ricerca di continuità e brillantezza offensiva, la scelta di Raspadori dal 1’ può rappresentare un’arma tattica chiave. La sua capacità di muoversi tra le linee, creare spazi e rifinire l’azione si sposa perfettamente con la filosofia offensiva di Conte, specialmente contro un avversario ostico e ben organizzato come il Torino.
Sarà titolare o no, lo scopriremo solo nelle prossime ore. Ma una cosa è certa: Raspadori è pronto, lo è sempre stato. Perché chi sa essere decisivo anche nel silenzio, prima o poi si prende la scena.
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