Sul canale YouTube di Napolità è in uscita la video intervista in tre episodi realizzata da Salvatore Pengue a Cristian Bucchi, ex giocatore del Napoli – tra gli autori della promozione in Serie A – e allenatore. Varie le tematiche toccate con l’ex 29 azzurro, iniziando proprio dal suo arrivo a Napoli: “Venivo da 6 mesi importanti ad Ancona in Serie A, con l’Ascoli in Serie B e poi mi acquisto il Modena con cui segnai 30 reti che è ancora oggi il record di gol segnati in Serie B. Arrivai al Napoli, appena promosso dalla C alla B e c’è stato poco da pensare. Avevo la possibilità di andare in A o giocare all’estero, ma giocare dove ha giocato Maradona, per me non aveva eguali ed ha preso il sopravvento. Sono venuto a Napoli con grande entusiasmo”.
PROMOZIONE IN SERIE A – “Ho vissuto la promozione in tante piazze, ma Napoli ti avvolge, ti domina, ti schiaccia, ti prende e ti fa suo. Stavamo rivivendo una rinasciata, una voglia incredibile di tornare nel calcio che conta dopo anni di fallimenti e difficoltà. C’era quest’aurea di passione, entusiasmo che ci ha accompagnato. La festa finale è stato il cerchio che si chiudeva. Rientrammo a Capodichino e da lì al porto non so quante persone abbiamo incrociato, non dico fesseriie se parlo di mezzo milione di persone. Eravamo noi a ringraziare loro. Sono cose che a distanza di 20-30 anni, restano lì per sempre per chi le ha vissute”.
RITORNO A NAPOLI – “Uno dei miei figli è tifoso del Napoli. Siamo venuti a vedere la partita con l’Atalanta e abbiamo girato la città. C’era quell’odore che avevo sentito io tanti anni fa da calciatore. Vedevo la voglia delle persone di arrivare. Si sentiva nell’arie l’odore del popolo, gente che andava allo stadio e spingeva la squadra verso il traguardo che il Napoli non viveva da tantissimo tempo. Un’ennesima rivincita del Sud”.
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Bucchi racconta la grande delusione da Eddy Reja
Cristian Bucchi è stato tra i fautori della promozione del Napoli in Serie A, quando in panchina c’era Eddy Reja che proprio l’attaccante aveva conosciuto in altre occasioni della sua carriera, facendo sempre molto bene e vincendo insieme. Tuttavia, l’esperienza a Napoli è stata diversa: “Con i miei compagni di reparto mi trovavo molto bene. Tutt’oggi conservo un ottimo rapporto con De Zerbi, Calaiò, Sosa. Un rapporto franco con uomini che volevano vincere e abbiamo anteposto il bene collettivo a quello individuale. Con l’allenatore, oggettivamente, le cose non andarono benissimo. Premetto che ho sempre avuto un bellissimo rapporto con Reja, una brava persona, ma nel rapporto tra calciatore-allenatore, non ci siamo mai incastrati, anche se in realtà col mister abbiamo vinto 3 campionati. Proprio a Napoli, però, sono arrivato che avevo 29 anni ed all’apice della mia maturità calcistica e tecnica. Quell’estate ero lì per firmare il contratto, dissi a Pierpaolo Marino che avrei firmato col sangue, ma avevo bisogno di sapere come pensasse di utilizzarmi Reja. Venivo da due campionati da 50 gol, ma se avessimo cominciato con dubbi e turnover, avrei fatto una scelta diversa. Lo chiamammo e Reja mi disse che sarei stato l’attaccante cui si sarebbe poggiato. Lo conoscevo e l’ho ritrovato tale e quale: siamo partiti in estate con due gol, una doppietta alla prima di campionato, ma la 4° o 5° di campionato mi mise fuori. Per caratteristiche fisiche, ho bisogno di giocare, di lavorare tanto in allenamento, ci mettevo un po’ ad andare in condizione, ma la tenevo a lungo. Si è verificato quanto pensavo all’inizio”.
DELUSIONE REJA – “Capisco il direttore Marino, fui l’acquisto più caro della storia recente, il volere della proprietà era sicuramente vero, reale, forte e me l’hanno dimostrato. Dall’altra parte ho trovato un allenatore che mi ha voluto per sposare una scelta della società, perché ero stato uno degli attaccanti più prolifici. Reja pensava di far contenti tutti, ma spesso in questo modo scontenti tutti”.
APPROCCIO CON DE LAURENTIIS – “Un approccio ottimo. La società era molto snella, erano i primi anni di De Laurentiis. Veniva alle partite, qualche volta ha fatto visite abbastanza brevi anche in estate, non era molto presente, lo era invece Pierpaolo Marino, una figura indispensabile. È stato il fautore e protagonista di quel campionato. Non c’erano molte figure, ne erano poche e c’era un rapporto piacevole con De Laurentiis”.