Luciano Spalletti

Giancarlo Dotto ha dichiarato: “Il tema è che tra Luciano Spalletti e Aurelio De Laurentiis non ha mai funzionato la chimica dal principio. Lo scudetto ha un po’ suturato questa frattura ma allo stesso tempo l’ha fatta esplodere. Se c’è qualcosa che manda in crisi tutti noi, quindi non solo Spalletti, è quando il nostro lavoro non viene riconosciuto. Dopo un successo del genere che è stato importante per tutto il fenomeno di empatia e di partecipazione e non tanto per lo scudetto in sé, la frustrazione di Spalletti è stata quella di scoprire un Presidente che non era assolutamente in grado di esprimere privatamente e pubblicamente una minima forma di riconoscimento verso di lui”.

LA DEDIZIONE TOTALE DI SPALLETTI AL NAPOLI

Dotto ha aggiunto: “Addirittura in quel periodo Luciano Spalletti a causa della sua natura maniacale e perfezionista si è ritirato nel suo eremo vivendo giorno e notte la dimensione Napoli. I capitoli sul Napoli per me che ho partecipato alla scrittura del libro sono i più belli. L’episodio di quando lui è caduto in bicicletta, si è dovuto operare a Milano di notte e subito si è presentato alla partita contro il Liverpool è l’esempio più celebre della sua partecipazione in termini di stoicismo. Tutto questo, però, si tramuta in un atteggiamento da parte di De Laurentiis che ferisce profondamente Spalletti. La frase in cui Spalletti ha rivelato che se De Laurentiis si fosse comportato diversamente, lui sarebbe rimasto a Napoli ha stupito anche me, poiché non ne aveva mai parlato con me o con qualcun altro”.

IL CARATTERE COMPLESSO DI SPALLETTI

Sul carattere dell’allenatore, Dotto ha spiegato: “È possibile che anche il carattere di Spalletti abbia influito sul suo rapporto con il Presidente del Napoli. Lui ha sempre avuto un carattere molto spinoso, a Roma c’è stata la questione di Totti e all’Inter quella di Icardi. Essere Spalletti è una fatica enorme per lui, la vive e sa quanto è complicato. Al di là dei fatti reali lui vive con dei fantasmi nella sua testa, con tanti pensieri reconditi che poi diventano centrali, tutto questo crea un filo spinato o dei campi minati che poi rendono difficili i rapporti con chi lavora e nei suoi rapporti personali. A Luciano Spalletti, però, bisogna riconoscere due cose. La prima è che quando si getta in un’impresa, lo fa con una dedizione assoluta e a Napoli si è visto. La seconda è che quando si entra nella sostanza delle cose, lui è un uomo generoso”.

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