Caro Diario Azzurro,
ti apro oggi per la prima volta, convinta che di pagine da riempire ne avremo nell’arco di questa stagione. Ti sfoglio e ti osservo, nel bianco delle tue righe ancora vuote. Sai, il bianco non è cosa da poco, perché indica uno spazio ancora da riempire. Un vuoto ancora da colmare. Una strada ancora da tracciare. Il bianco delle tue pagine mi ricorda, in fondo, che c’è ancora un lungo percorso da condividere e che ogni giudizio tranciante ad oggi sarebbe prematuro. E allora fiduciosa in quel bianco mi appresto a riempire un primo capitolo di questa lunga storia.
Sembra improvvisamente essersi tutto raffreddato in questa fase. Si è passati da un inarrestabile entusiasmo a dichiarazioni di inadeguatezza, di ritardi, di vergogna. D’improvviso i fantasmi, ormai offuscati della passata stagione, hanno ripreso nitidezza. Verona-Napoli riempie la prima pagina di questo Diario Azzurro, portando con sé interrogativi, dubbi e perplessità.
I fantasmi del passato
Fantasmi, appunto. Di questo ti parlavo, caro diario. Perché nel 3-0 con il quale il Verona ha messo un punto esclamativo sulla prima partita di campionato del Napoli, c’è un inspiegabile quesito che resta vivo nella mente dei tifosi. Il club azzurro è in ritardo sul mercato, a causa di dinamiche che coinvolgono il calciomercato in generale ed anche per vicende interne a tutti note. Ma se c’era un reparto al quale si era creduto di aver posto rimedio era indubbiamente la difesa. Il colpo Buongiorno, la scommessa Marin e l’affare a parametro zero Spinazzola: un punto e a capo. Con la duttilità degli uomini già presenti, il discorso sembrava chiuso.
Ma se ti parlo di fantasmi è perché, al netto di tutte queste considerazioni, la fantomatica difesa ricostruita si è sgretolata dinanzi ai giovani Livramento e Mosquera. E l’ha fatto nel segno emblematico del passato. Disorganizzazione, vuoti, leggerezze, errori di concetto, errori individuali: l’immagine espressa di un qualcosa di già visto e rivisto che non rievoca nulla di positivo.
E se le parole tracciassero una strada?
E dunque profetico fu Antonio Conte alla vigilia del match, parlando di ricostruzione necessaria. «Il presidente ha parlato di ricostruzione. Io ho fatto le mie valutazioni e gli do perfettamente ragione. Mi aspettavo una situazione migliore, sorprese positive, ma ho avuto difficoltà a trovarne. Non dico che siamo all’anno zero, ma ci siamo molto vicini». Difficoltà, vicini allo zero e senza sorprese positive.
Un bivio dopo queste parole. Da un lato l’immagine di un moto d’orgoglio, di dignità, una sorta di reazione con dimostrazione di qualità. Dall’altro l’aumento di una sensazione di sfiducia e la manifestazione di un ambiente non disteso e non coeso. Un bivio, con ancora aperta interpretazione, ma con il 3-0 a Verona da risultato.
Mercato o non mercato: questo è il dilemma
Che sia il mercato il tasto dolente, mi chiedo, caro diario? Che sia l’arrivo degli uomini funzionali selezionati l’unico modo per far quadrare i conti in mezzo al campo? Eppure c’è chi di 3-0, invece, ferisce, dando spazio ai giovani con un ben chiaro sistema di gioco in mente. Mercato o non mercato: che sia questo il nuovo dilemma.
E allora caro Diario Azzurro, nonostante tutto, torno al concetto di cui sopra. È il bianco delle tue pagine ciò in cui ripongo la mia fiducia. Il tempo, lo spazio, la strada ancora da percorrere.
Confido in questo, alla prossima.