Caro Diario Azzurro,
ma ti ricordi quando tra le tue righe parlavo dell’importanza del bianco dei tuoi fogli? Quando la tua prima pagina rievocava sensazioni passate e la speranza era riposta nelle tante parole che avremmo avuto – e che abbiamo tutt’ora – ancora da scrivere? Ecco. Sfogliandoti, ritorno a quei momenti. Resto sempre convinta del fatto che lo spazio vuoto debba essere visto come una grande ricchezza: da lì si parte per costruire.
Ed effettivamente ne sono cambiate di cose da quel momento. Ma certo è che lo stesso equilibrio e la stessa riflessione ci porta a restar cauti. Ne vedo ancora tante di pagine dinanzi a noi, caro Diario. Eppure ci son cose che è giusto registrare: l’unione, la duttilità, l’idea che si definisce. Anche perché poi oggi ti parlo di una squadra prima in classifica – almeno per altre due settimane.
25 secondi al via di Napoli-Como
L’errore più grande che si possa fare, caro Diario, è quello di pensare che le cose siano semplici. Nulla è semplice, tutto merita attenzione per essere fatto al meglio. Anche quando bastano 25 secondi per veder finalizzata dallo scozzese più amato in terra campana un’azione codificata. Che sia stato questo il problema del primo tempo di Napoli-Como? L’aver segnato troppo presto. Oppure in fondo anche le qualità di una squadra che “tanto mica è il Real Madrid”?
Provocazioni a parte, caro Diario, la risposta ce l’ha data come sempre mister Conte. Colui in grado di osservare, analizzare, correggere e ripartire. Quindici minuti di intervallo sono bastati per sistemare il posizionamento a centrocampo e la fase di pressione per trasformare l’inerzia e, soprattutto il parziale. 5-4-1 in fase difensiva, 4-2-4 in quella offensiva, tanto sacrificio per gli esterni e di base due alieni a centrocampo.
Antonio Conte mescola le carte, cambia strategia e si migliora in corso d’opera. Chapeau.
Sosta in vetta
Ed è così, caro Diario, che si è arrivati a tirare quel famoso sospiro di sollievo. Quello che deriva dalla consapevolezza che per le prossime settimane si potrà comodamente guardare tutto dall’alto. Sistemati lì, in tranquillità, si andrà a lavorare con chi non è stato convocato dalle Nazionali oppure con chi continua a preferire il verde di Castel Volturno.
A proposito, lo sai che ho sentito parlare di “fuori forma” e avevo visto già storcere il naso? È quella strana tendenza di guardare tutto in modo bianco o nero, senza sfumature, con anche una magica capacità di passare da questo a quel giudizio anche all’interno della stessa partita. Ben venga, dico io, se la forma ottimale è ancora lontana: perché quello visto finora non è che mi sembri poi così male. 3 gol e 4 assist, partecipazione attiva a 7 azioni realizzative: in solitaria compagnia se si cerca un inizio simile.
Il ruggito del Maradona
Adesso perdonami, ma un momento di romanticismo devi concedermelo. Quattro vittorie su quattro – e si sale a 6 se si conta anche la Coppa Italia – all’interno dell’impianto sportivo di Fuorigrotta. Un Maradona che quasi mai ho visto con sediolini vuoti, anche quando non era semplice sostenere e restare lì.
Oggi ti dico, che indipendentemente dal prosieguo del campionato, è arrivata una boccata d’aria fresca per i tifosi azzurri. Perché anche con il Como, il Maradona ha ruggito: che meraviglia, che trasporto, che emozione. Dopo tanta attesa, è il caso di dire che se lo meritava.
E che sofferenza, invece, adesso doverci separare di nuovo, caro Diario. Saranno lunghi giorni, ma ti dico che la vista dall’alto non è niente male. A presto!
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