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Caro Diario Azzurro,

non bello, ma balla: si direbbe parafrasando a Napoli. La gara di Empoli non è stata entusiasmante né tantomeno ha divertito. Per onestà intellettuale questo te lo chiarisco nelle prime righe. Ma sai, talvolta va bene anche così. La tappa di Empoli registra nuovamente il concetto di solidità e porta con sé la bellezza, mai messa in discussione, dei tre punti e la serenità di un primo posto in classifica. Mica male, penso io.

Eppure, caro Diario, seppur continuo a guardare avanti a quelle che sono ancora discrete pagine bianche – e quelle che verranno ti anticipo saranno estremamente interessanti –, mi sembra quasi che invece nell’aria ci si attenda qualcosa di già perfetto e consolidato. Il tempo è cosa assai preziosa, per esser banali ogni tanto. Ed ancora più prezioso è il valore che gli si dà. Tempo per costruire. Tempo per definire. Per perfezionarsi. Per imparare dagli errori. E poi, certamente, verrà anche il tempo per giudicare.

Equilibrio, questo sconosciuto

Non mi è mai piaciuto, sai, caro Diario. Non ho mai apprezzato l’idea di catalogare le cose negli estremi: o è tutto bianco o è tutto nero. Come se il mondo poi non fosse ricco di sfumature innumerevoli ed intense. O “giochi bene e perdi” oppure “giochi male ed allora sei cinico e concreto e quindi vinci i campionati”. Quasi come se non fossero possibili opzioni diverse. Estremi, per l’appunto. Estremi da cui poi partono gli schieramenti: “che noia”, “che dici, è così che si vincono i campionati”, “sì, ma lo spettacolo dov’è?”…

Io nel mio piccolo, caro Diario, ti dico la verità: fuggo da queste catalogazioni. Mi sento molto più a mio agio in quella landa talvolta desolata in cui aleggia il concetto di equilibrio. Quella di chi analizza ed attende. Di chi registra e si ferma a quanto visto, senza sentenziare, senza schieramenti. E non è ignavia, caro Diario, attenzione. È valutazione, senza etichette. È analisi, senza previsioni.

Un tempo per volta ad Empoli

Come altre volte è successo nel riempire queste pagine, anche per Empoli tocca scindere due tempi ed evidenziare quella capacità pragmatica di mister Conte di imprimere un tono diverso alla gara nella ripresa. Ti confesso che in partenza ho visto una squadra tutt’altro che “piccola” dall’altro lato del campo. Un Empoli compatto, alto, aggressivo, che con idee e carattere ha saputo mettere in difficoltà il Napoli soprattutto nella fase di pressione.

Ma come si muovono le pedine degli scacchi in base alla disposizione dei pezzi avversari, da Gran Maestro Antonio Conte ha sistemato ogni tassello all’intervallo. Un cambio di passo, che ha consentito al Napoli di rientrare in partita e con i tanto amati “cinismo e concretezza di portare a casa tre punti estremamente importanti. Perché poi, caro Diario Azzurro, torno al concetto di cui sopra: schieramenti o non schieramenti, da primi in classifica la vista è gradevole per tutti.

Un muro all’improvviso

Un fattore continua a prender forma: chiaro, deciso e definito, partita dopo partita. Una solidità, che sembrava smarrita in fase difensiva, trova la sua consistenza nella figura di un calciatore che ad oggi è il suo leader. Il migliore nel match per numero di palle giocate e di passaggi riusciti nel corso dei novanta minuti di gioco: fondamentale anche in fase di costruzione con visione di gioco.

Sto parlando, caro Diario, di un giovane italiano che ha colto la pesante eredità scudettata lasciata da un coreano che difficilmente a Napoli si dimenticherà. E lo ha fatto con carattere, sai? Lavoro, impegno, dedizione, personalità. E se il Buongiorno si vede dal mattino, credo proprio che su queste pagine te ne parlerò spesso.

Insomma, sono stati lunghi giorni d’attesa tra me e te a causa della sosta. Ma non temere, adesso arriva il bello. Ti saluto con la promessa che ci sentiremo più spesso prossimamente.

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