Le parole del giornalista Umberto Chiariello a Radio CRC, radio partner della SSC Napoli, nel suo editoriale “Il Punto Chiaro”.
“C’era una volta una nobile decaduta ed una squadra ascensore. Negli anni 70/80/90 c’erano alcune squadre in promozioni e retrocessioni, quella che oggi è l’Empoli ad esempio, che fa 3/4 anni in A, scende in B e ritorna in A. Ha un andamento di questo genere, con un buon settore giovanile ed i conti in ordine, regalandosi anche qualche soddisfazione, come la semifinale di Coppa Italia di questa stagione.
Queste squadre ascensore negli anni 70/80/90 avevano dei presidenti famosissimi, erano anche pittoreschi. Il Pisa aveva Romeo Anconetani, l’Ascoli aveva Costantino Rozzi, per un decennio ha brillato la stella dell’Avellino in Serie A guidato da commendatore Sibilia, altro miracolo quello del Chievo di Campedelli, quartiere di Verona addirittura. Nel calcio ante diritti televisivi, ante Champions League erano importanti la bigliettazione, le imprese edili, interessate a prendere le squadre di calcio per poter mettere mano sui piano regolatori, come Sibilia, Rozzi, Ferlaino, tutti costruttori, calcio diverso.
I diritti televisivi hanno peggiorato la situazione, con la sentenza Bosman, che ha rovinato i conti delle società. Prima calciatore era di proprietà del club che ne disponeva a suo piacimento, lo mandava dove voleva senza opposizione, poi ci fu la battaglia per la firma contestuale e poi la liberalizzazione, che dal punto di vista delle gestioni societarie è stata una mannaia, quella della ghigliottina.
In quegli anni eccellevano come squadre ascensore le squadre del nord famose come Brescia e Vicenza, di Paolo Rossi, e l’Atalanta. Il punto è che l’Atalanta era una squadra ascensore come la Sampdoria prima di Mantovani. Squadre che lottavano per salvarsi.
Il Napoli era nel limbo, 5/6/7 posto, prima dell’arrivo di Maradona, ogni tanto faceva terzo, secondo rarità, ma fortunatamente navigava tra il quarto ed il settimo posto.
Tanti anni dopo l’Atalanta ha fatto il miracolo, oggi ci dicono che in Italia tolte le solite tre (Inter, Juventus e Milan), la Roma vale 665 milioni, l’Atalanta 573 milioni e come la Roma ha una proprietà americana. L’Atalanta oggi è la sesta società italiana e vale 573 milioni. La Lazio di Lotito mantiene il suo appeal a 559 milioni e c’è una new entry del milionario Commisso che ha portato la Fiorentina a superare i 500 milioni di valore.
Tolte che le prime tre non stanno messe benissimo. Oggi è cresciuto molto il valore del Milan in termine di valore d’acquisto è cresciuto 232% rispetto al 2020, l’Inter del 330%, ma sono fuori dalla top ten europea.
Il Milan oggi vale 1 miliardo e 8, l’Inter poco più di 1 miliardo e 7 e la Juventus è sces da 2 miliardi a 1 miliardi e 650, l’unica. Il prossimo anno l’Inter, grazie ai ricavi della Champions League ed al Mondiale per Club, sarà la prima impresa italiana.
Guardate quanta distanza tra le prime tre e le squadre prima citate, un abbisso, per non parlare delle altre. Tra queste si colloca il Napoli, tra le prime tre e le squadre citate prima. Napoli che aveva un valore di 31,7, il Napoli nel 2004 valeva un foglio con scritto 31,7 milioni. Questo foglio venne proposto a Gaucci, che non dava garanzie, e successivamente ad Aurelio De Laurentiis, che dava più garanzie. De Laurentiis chiamò il suo direttore di banca e fece preparare 31 assegni circolari da 1 milioni ed uno da 700 mila euro, li va a prendere con il suo aliscafo e li porta al giudice.
Oggi il Napoli, 21 anni dopo, campione d’Italia, vale 1 miliardo e 100 milioni, cosa che aumenterà in maniera esponenziale. Perché lo stadio aumenterà da 56 mila posti a 70 mila posti, ci sarà il centro sportivo, perché il Napoli si sta potenziando e non è detto che perda Conte, vuole competere ad alti livelli, che i conti saranno in ordine e faranno altri utili mostruosi.
Intanto arriva De Bruyne, che noi ci possiamo permettere. Certo per competere in Europa siamo lontani dal Chelsea che vale 3 miliardi, dal Totthenam che fa vale 3 miliardi e 7, dal Psg che vale 3 miliardi e 8, dall’Arsenal che vale 4 miliardi, dal Liverpool 4 miliardi e 2, e poi tutte le altre.
Però non sempre sul campo questi valori sono rispettati, l’Inter è in finale di Champions League, nonostante non sia tra le prime 10 d’Europa. Il Napoli con il quinto monte ingaggi d’Italia ha vinto lo Scudetto.
Tutto questo per dire, miscredenti maledetti, che il Napoli in questo momento è la buona gestione e se continueremo a divertirci come credo, lo dobbiamo solo a questo grande presidente che venendo da un altro mondo ha detto “dove sta scritto che per vincere bisogna indebitarsi”. Con l’autofinanziamento ha messo in piedi un circuito virtuoso che porta a vincere e guadagnare, allora non è vero che “Pappò vinci solo tu, hai vinto lo Scudetto del bilancio”, ma dovete solo dire una parola, grande quanto una casa, SCUSA”.
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