Durante il suo consueto editoriale su Campania Sport, trasmissione di Canale 21, il giornalista Umberto Chiariello ha lanciato un duro attacco contro la gestione attuale del calcio, toccando temi di estrema importanza per il futuro del gioco. Tra pause nazionali, partite con tempi di gioco effettivo ridotto e questioni politiche internazionali, Chiariello ha dipinto un quadro preoccupante sul futuro dello sport più amato al mondo. “Ci stanno rubando il calcio e non ce ne stiamo accorgendo”, ha affermato il giornalista, sollevando quattro temi cruciali.
Tempi di gioco ridotti: “Ci hanno già rubato 50 ore di calcio”
Uno dei principali argomenti affrontati da Chiariello riguarda il tempo di gioco effettivo nelle partite di Serie A. “Le partite sono dimezzate”, ha detto, sottolineando come il calcio moderno stia perdendo minuti preziosi. Con l’attuale durata di 90 minuti più recupero, la media di gioco effettivo in Serie A è del 59,5%, con alcune partite che offrono solo 45 minuti di azione reale. Squadre come Napoli e Juventus sono tra le più attive in campo, ma la disparità nei tempi di gioco tra le squadre crea un’ingiustizia che, secondo Chiariello, va risolta.
Il giornalista ha poi citato altri sport che hanno introdotto cambiamenti significativi per migliorare l’equità e l’efficacia del gioco. Pallavolo, basket e persino Wimbledon hanno adottato nuove regole per garantire un maggiore equilibrio e spettacolo, ma il calcio sembra rimanere indietro. Chiariello ha suggerito che l’introduzione del tempo effettivo e del VAR a chiamata potrebbe essere una soluzione per modernizzare il gioco e ridurre ostruzionismi e interruzioni inutili.
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Chiariello contro le pause nazionali
Chiariello ha espresso il suo malcontento anche per le continue pause per le nazionali, che secondo lui spezzano il ritmo dei campionati. “Settembre, ottobre, novembre: tre pause che ci rubano giornate di calcio”, ha affermato. Il giornalista ha criticato duramente il calendario che vede le squadre interrompere la stagione in momenti cruciali per far spazio alle competizioni internazionali come la Nations League, una manifestazione che, secondo Chiariello, “rovina i campionati e spezza l’interesse del pubblico”.
Il giornalista ha inoltre sottolineato i rischi che i club corrono con l’assenza dei propri giocatori, impegnati con le nazionali. Ogni volta, 12-13 giocatori del Napoli partono per rappresentare i loro paesi, e la squadra napoletana “accende un cero alla Madonna” sperando che i propri calciatori tornino senza infortuni. “Queste pause per le nazionali sono indecenti”, ha concluso Chiariello, evidenziando come questi stop danneggino il campionato e il pubblico.
Questione Italia-Israele, Chiariello duro: “Una partita che non si doveva giocare”
Un altro tema delicato trattato da Chiariello è stato quello della partita tra Italia e Israele. Secondo il giornalista, questo match non avrebbe dovuto disputarsi, e ha addirittura suggerito che Israele dovrebbe essere bandita dalle competizioni, così come accaduto per la Russia. “Putin è un criminale di guerra, ma Netanyahu non è diverso”, ha detto Chiariello, criticando aspramente il silenzio mediatico intorno alla questione. Ha inoltre auspicato un boicottaggio da parte del pubblico italiano per protestare contro la decisione di giocare la partita.
Le inchieste sul calcio: “Un sistema sporco dentro e fuori”
Chiariello ha poi parlato delle recenti inchieste che stanno travolgendo il mondo del calcio italiano, facendo riferimento alle vicende legali che hanno coinvolto alcune delle principali società, come l’Inter e la Juventus. “Oggi si vuole dire che a Napoli c’è un disegno criminoso perché sono stati presi di mira i calciatori, ma il prefetto ha già smentito tutto. Non è un sistema criminoso, ma microcriminalità organizzata”, ha detto il giornalista, difendendo la società partenopea e sottolineando come il presidente Aurelio De Laurentiis sia riuscito a isolare il club dalle pressioni degli ultras negli ultimi venti anni.
Chiariello ha poi duramente criticato la giustizia sportiva e il “modus operandi” che sembra ormai essere accettato in Italia. “Il ‘così fan tutti’ e il buonismo sono diventati la norma”, ha affermato, aggiungendo che lo Stato non ha fatto abbastanza per contrastare la criminalità organizzata all’interno del calcio. “Perché questi nomi noti solo ora vengono presi in considerazione?”, si è chiesto.
Il calcio è in crisi?
L’editoriale di Umberto Chiariello a Campania Sport ha offerto una visione critica e approfondita della situazione attuale del calcio italiano. Dalle pause per le nazionali alla riduzione del tempo di gioco effettivo, passando per le inchieste giudiziarie che colpiscono il mondo del calcio, il giornalista ha evidenziato numerose problematiche che, secondo lui, stanno lentamente erodendo la bellezza e la passione per lo sport. Secondo Chiariello, il calcio ha bisogno di un cambiamento radicale per tornare a essere un gioco equo e competitivo, altrimenti rischia di perdere la sua anima, rubata da interessi economici e decisioni sbagliate.