Canonico su Traorè: “Mi sono confrontato con il Sassuolo”

DiRedazione

23 Marzo 2024 ,
Dott.Canonico-TraorèDott. Raffaele Canonico (@dott.raffaelecanonico)

Si è tenuto ieri l’evento “Le Giornate Reali della Cardiologia dello Sport – Allenare e Studiare il Cuore 2024″ presso l’Hotel Sakura di Torre del Greco. Convegno al quale sono intervenuti il Dott. Antonio Russo, responsabile scientifico e consulente cardiologo della SSC Napoli, il Dott. Raffaele Canonico e il Dott. Gennaro De Luca, rispettivamente responsabile sanitario e medico sociale della SSC Napoli. Diversi i temi trattati nell’ambito della prevenzione e non solo. Non sono infatti mancati riferimenti alla stagione degli azzurri, come il tanto discusso prestito (per il quadro clinico) di Hamed Traorè. Di seguito un estratto dell’evento.

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“Aronica mi salvò la vita”

Dott. De Luca: “Racconto un simpatico aneddoto. Alle volte anche le partite del Napoli possono salvare la vita. Dopo un Napoli-Torino 1-1, famoso per un retropassaggio suicida di Aronica, venne un paziente da me e mi disse: ‘A me Aronica ha salvato la vita’. Era un ciclista amatoriale ed ebbe un malore dopo quel gol. La moglie gli proibì di uscire in bicicletta il giorno dopo e lo obbligò a fare dei controlli che appunto lo salvarono”.

Un calciatore da 36 battiti a riposo

Dott. Russo: “Il cuore dell’atleta non è un cuore normale, ma è un cuore che si adatta al tipo di sport che viene praticato. Un maratoneta, ad esempio, ha una dilazione di tutte le camere del cuore. Si possono avere anche degli adattamenti della frequenza cardiaca. Ad esempio un giocatore del Napoli, che era un super atleta, aveva una frequenza cardiaca a riposo di 36 battiti al minuto. Normalmente con quella frequenza potrebbe essere necessario un pacemaker. Quindi c’è una sottile zona grigia tra un cuore d’atleta adattato e patologie genetiche. Se si commette un errore di diagnostica lo si commette all’ennesima potenza, in quel caso uno sforzo estremo può provocare una morte improvvisa.

Agonisti e non: il caso Astori

Dott. Canonico: “Non c’è nessuna attività sportiva che non sia agonistica. Anche chi gioca a calcetto o padel tra amici partecipa per vincere e non perdere, quindi non essendoci controlli i non agonisti sono molto più a rischio degli agonisti. Per questo è un confine che non dovrebbe esistere, dovrebbero esserci degli esami di base uguale per tutti. Ad esempio Astori non è morto durante una partita o un allenamento, ma nel sonno. In un ragazzo normale quel decesso sarebbe stato classificato come morte improvvisa e non ci sarebbe nemmeno stata l’autopsia”.

Canonico su Traorè

Dott. Canonico: “A gennaio abbiamo preso un atleta che era già stato due anni fa in Italia (Traoré, ndr.). Siccome aveva avuto una patologia infettiva (malaria, ndr.), che può portare strascichi cardio-respiratori, ho chiamato il collega del Sassuolo per conferire il pregresso e vedere se c’erano strascichi della patologia”.

Campania macchia nera in Italia

Dott. Canonico: “Noi medici dello sport siamo alle volte il primo filtro che va a scovare varie patologie. Ci sono persone tra i 35 e i 55 anni che non hanno mai fatto controlli medici e diventano atleti dopo non aver mai fatto sport. Purtroppo la visita di leva e le visite scolastiche non si fanno più, per questo motivo la visita medico-sportiva diventa un primo screening della popolazione. In Italia la Campania è la macchia nera, ha la più alta percentuale di obesità infantile e più sedentari nonostante sia la regione dove nasce la dieta mediterranea. Una volta l’anno l’elettrocardiogramma può cambiare parecchio le cose e abbassare le incidenze di queste problematiche”.

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