Bianchi: “Quando si vince, sul carro salgono tutti, quando si perde, paga l’allenatore”

DiSimone Cerciello

11 Maggio 2024
Bianchi-Maradona-minOttavio Bianchi con Diego Armando Maradona - Fonte foto: ANSA

Il Napoli di questa stagione sembra essersi fermato a quel 4 maggio 2023 e mai più ripartito. Si, perché gli uomini ora di Calzona, prima di Mazzarri e ancor prima di Garcia, questa stagione non l’hanno di fatto mai iniziata. 365 giorni per perdere 10 posizioni in classifica è un un declino che non può trovare spiegazioni logiche, lo stesso Spalletti stupito aveva commentato: “Tre allenatori non si cambiano nemmeno in cinque anni“. Eppure tutto ciò è successo, e quel tanto atteso scudetto, ritrovato dopo ben 33 anni, è sparito in meno di 3 mesi. Sul crollo del Napoli si è oggi espresso uno che ben conosce il peso di un successo all’ombra del Vesuvio, come Ottavio Bianchi, tecnico del Napoli di Maradona, nonché condottiero verso il primo tricolore della storia azzurra.

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Bianchi: “Non si deve mai vivere di ricordi, ma vincere a Napoli è stato bellissimo”

Intervenuto a Radio Crc, durante “Si Gonfia la Rete”, l’ex allenatore dei partenopei ha così commentato l’involuzione di questo Napoli: Non si deve mai vivere di ricordi, ma vincere a Napoli è stato bellissimo. Se non hai un’organizzazione capillare alle spalle è facile avere un calo di rendimento a tutti i livelli dopo una vittoria importante come quella dello scudetto. Ma non è questo quello che è successo a Napoli. Non sono dentro al Napoli da tanto tempo, ma una caduta libera è molto difficile, di solito c’è il calo di rendimento, ma questo crollo non riesco a capirlo. Quando si vince sul carro salgono tutti, quando invece si perde è sempre l’allenatore a pagare, ed infatti nel Napoli quest’anno ne sono passati tre

Se una macchina di Formula 1 non ha telaio o non ha le gomme può guidarla anche il miglior pilota del mondo, ma dopo pochi metri va fuori o arriva ultima. Ho frequentato gli spogliatoi, ma ai miei tempi si diceva che se non sentivi l’odore del campo non potevi parlare di calcio. Oggi sempre più addetti ai lavori sembra che sappiano tutto, ma nello spogliatoio ci sono stati poche volte. Il calciatore andava a discutere il contratto annuale da solo, senza intermediari, in questa epoca invece il calciatore è un’azienda che produce milioni di euro all’anno ed ha a disposizione avvocati, procuratori, intermediari. Il calcio di oggi è un altro sport rispetto a quello di 37 anni fa. L’unica cosa che rimpiango della mia vita calcistica sono i tanti infortuni che mi hanno procurato tanta sofferenza da calciatore, ma anche tanta voglia di riscatto”.

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